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La Leonardo da Vinci, costruita dall'Ansaldo di Genova per la Società Italia, era dotata di 11 ponti e poteva accogliere 1360 passeggeri.
Entrata in servizio nel giugno 1960, sulla linea Genova-New York, con una velocità di crociera di 25 nodi, fu distrutta da un incendio nel 1980 e demolita due anni dopo.
Nel 2010 mi fu chiesto di restaurare un suo modello di cantiere che il tempo aveva ridotto in condizioni precarie e sul quale erano montati alcuni particolari disomogenei rispetto alla nave originale.
L'opera viva di questo modello è composta da strati di legno massello sagomati esternamente e
scaricati internamente. L'opera morta è in lamiera di acciaio. Le sovrastrutture sono formate da elementi sovrapposti collegati fra loro per mezzo di viti. Questo ne ha favorito lo smontaggio.
Innanzi tutto ho sistemato lo scafo rettificando l'opera viva e riallineando per quanto possibile, l'opera morta. poi ho rifinito lo scafo con diversi passaggi di stuccatura e levigatura con applicazione di vernice sintetica di fondo.
Ho eliminato completamente la vecchia vernice dalle sovrastrutture solidali allo scafo. Poi ho applicato una prima mano do colore.
Ho quindi restaurato il ponte manovra e la coperta di prua dove ho rifatto gli accessori mancanti o danneggiati.
Il modello è illuminato internamente. Ho sostituito le vecchie lampade ad incandescenza con altre a basso consumo. Ho rifatto il cablaggio ed ho montato un connettore per cavi standard in modo da evitare che, come già successo, venga tagliato il cavo di alimentazione all'entrata nello scafo.
Per le vetrature ho usato acetato dello spessore di un quarto di millimetro che ho opacizzato. Al ponte passeggiata, dove i passamani erano raffigurati da linee nere dipinte, ho montato fili di acciaio opportunamente sostenuti.
Particolare attenzione l'ho rivolta al ponte lance dove erano installate scialuppe con poppa a specchio e gru difformi dall'originale.
Ho ricostruito tutte le scialuppe, in resina, secondo la forma originale. Poi ho costruito e installato le gru del tipo gravitazionale come quelle effettivamente installate sulla Leonardo da Vinci.
Ho proseguito con il restauro dei ponti superiori fino alla controplancia. Ho pulito, levigato e verniciato ogni rivestimento di coperta. Ho pulito, pitturato e vetrato tutte le tughe.
Ho aggiunto viti di fissaggio nei punti nei quali i ponti si erano sollevati, in modo da prevenire il ripetersi dell'inconveniente.
Sul modello erano montate due eliche destrorse. Le ho sostituite ed ho costruito degli assi in ottone, inseriti ina stucci, in modo che possano ruotare leberamente.
Ho riparato le pinne stabilizzatrici e, come per le eliche, ho sostituito i vecchi assi in legno con altri in ottone, inserendoli in astucci. Anche le pinne possono ora oscillare liberamente.
Ho smontato e riparato l'albero. Ho reinstallato i diversi componenti e l'ho riposizionato in opera.
I nomi eranio composti da caratteri lettere in plastica alcune delle quali erano rotte o mancanti. Le ho rifatte tutte ritagliandole da una lastra di aluminio dello spessore di mezzo millimetro e, dopo averle rifinite e pitturate, le ho incollate in opera.
Ho ricostruito le ringhiere mancanti. Ho rifatto tutte le scalette e ho ricostruito, in ottone, l'intero arredamento delle piscine composto da sedie e tavoli.
Ho sistemato le tre piscine alle quali ho rifatto il fondo che simula il riempimento dell'acqua. Le ho arredate con il nuovo materiale salvo gli ombrelloni in quanto ho potuto recuperare quelli esistenti.
Il modello, dopo il restauro, deve affrontare un lungo viaggio per tornare nella sua sede e non si possono escludere soste e successivi spostamenti. Ho perciò costruito una robusta struttura, ammortizzata e dotata di cavi di fissaggio, che ne assicuri l'incolumità durante il trasporto.
Buon viaggio.
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