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Venerdi 22 agosto 2008

CAMOGLI, In mostra la riproduzione del piroscafo dopo l'attento restauro
Modello "Esemplare"
Bruno Sacella:
"Il museo marinaro gode in questo momento di particolare vitalità"
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Consuelo Pallavicini
Il Civico Museo Marinaro "Gio Bono Ferrari" di Camogli, si è arricchito recentemente di un nuovo "pezzo" di notevole bellezza e valore storico: il modello del piroscafo "Esemplare", costruito nel 1915, in legno massello, dal Capitano Rodolfo Bozzo e dotato di una caldaia a tubi di fumo e di una motrice monocilindrica a vapore costruita dal Capitano di Macchina Giuseppe Valle. Donato da Maria Iole Maggiolo in Alfaruolo il 25 febbraio 1943, il modello è stato esposto nel Museo, ma col passare del tempo ha subito un inevitabile deterioramento.
A riportarlo a nuova vita è stato Duilio Curradi, Capitano di Macchina ed uno dei più noti modellisti non solo a livello nazionale, che è riuscito nell'intento senza modificarne la struttura, mantenendo in ogni parte il materiale preesistente ed utilizzando tecniche originali.
Come quella del "pane e burro" con la quale è stato costruito: termine usato dagli esperti per indicare il lavoro di mettere strato su strato il legno già sagomato.
"Purtroppo non è stato possibile reinserire il sistema di propulsione a vapore originale, poiché si è rivelato troppo deteriorato - spiega il Comandante Bruno Sacella, Direttore del Museo - Abbiamo quindi deciso di dotarlo, provvisoriamente, di un motore elettrico radiocomandato e di un generatore di fumo. Ciò ci permetterà di metterlo in mare e di mostrare come sia ancora in grado di eseguire le manovre di una nave: avanti, indietro, stop, curva di Williamson, manovra che si compie per ecuperare un uomo caduto in mare. Siamo grati a Duilio Curradi per l'ottimo lavoro che ha svolto. E' un amico del Museo marinaro, nonché socio della Società Capitani e Macchinisti. Ed anche se oggi vive a Varese, ha Camogli nel cuore dato che è cresciuto qui e si è diplomato all'istituto Nautico".
L' "Esemplare", costruito nel 1889 a Newcastle col nome di Strathdee ed acquyistato dall'armatore genovese Mariano Maresca, aveva una stazza netta di 1.623 tonnellate ed una lunghezza di 91,44 metri: fu affondato nel mar ligure da un siluro tedesco nel 1917 durante la prima Guerra Mondiale. Per chi volesse conoscere ulteriori dettagli e vedere il piccolo "Esemplare" mentre esegue le prove di macchina nel lago di Varese, segnaliamo il sito www.mitidelmare.it, curato da Duilio Curradi, che già in passato ha presentato al Museo marinaro di Camogli due suoi "lavori": un modello del Titanic con i quattro ponti superiori completamente arredati ed uno del Normandie, in grado di manovrare come la nave reale, col quale si fece una dimostrazione nella piscina di Camogli in occasione del centenario della Società Capitani e Macchinisti
"Il Museo in quest'ultimo periodo gode di una particolare vitalità - aggiunge Bruno Sacella - Abbiamo restaurato il cronometro che era a bordo della "Narcyssus"; avuto la donazione, da parte di Camilla e Gianni Oneto, di oltre duecento disegni realizzati da Gio Bono Ferrari; siamo stati ufficialmente nominati affidatari di alcuni reperti archeologici da parte della Soprintendenza ed abbiamo anche acquisito per donazione del Capotano Giuseppe Ferrari, nipote di Gio Bono, il modellino di un antico gozzo che veniva utilizzato per la pesca delle acciughe nelle acque della Gorgona. E' molto ben fatto anche perché costruito da un importante maestro d'ascia originario di La Spezia il cui cognome era Colotto, soprannominato "il moro".
Visitando il Museo, colpiscono due zone vuote.
"Sono gli spazi dove erano posizionati i quadri del piroscafo "Sarò Caino" e del brigantino "aquila" - dice Bruno Sacella - Sono in restauro grazie al contributo dell'amministrazione comunale. Ciò dimostra che c'è vivo interesse verso il patrimonio culturale sito in questo museo che, voglio sottolinearlo, non si limita ad esporre, ma fa opera di conservazione e di restauro. Tuttavia i visitatori rimangono colpiti dalla ricchezza e varietà che vi trovano; occorrerebbe però mettere una segnaletica adeguata ad indicarne la sede. Molti ne ignorano l'esistenza".