Benvenuto in una pagina del sito mitidelmare.it
Se ti piace il modellismo navale, se vuoi vedere modelli realizzati da tanti appassionati, se vuoi qualche piccolo suggerimento costruttivo, comincia dalla home page.   Buona navigazione !
Prima pagina di copertina
Seconda pagina di copertina terza pagina di copertina quarta pagina di copertina L'HOBBY DELLA SCIENZA
E DELLA TECNICA

Trimestrale di Scienza e Tecnica
Anno 1 - N° 4   Dicembre 2006 - Febbraio 2007

    TITANIC, un mito che ritorna

                                                                                       fac simile dell'articolo

Home page
Le apparizioni in TV del modello


Torna all'indice degli articoli

Vai alla pagina del Titanic


Guarda il video "L'anima del Titanic"


Contatta l'autore del sito

TITANIC: LA STORIA DI UNA NAVE, LA STORIA DI UN MODELLO

Raccontare oggi la storia del Titanic può sembrare superfluo. Quanti libri e film, a volte realistici, a volte un po’ romanzati, ne hanno descritto aspetti e momenti della vita, purtroppo assai breve.
Questa volta proviamo a raccontarne la storia dandole un finale diverso. Diverso non tanto per il tragico naufragio, bensì per la nascita di un suo modello …un po’ particolare.
L’idea di costruire il modello del Titanic mi è venuta quando, su tutti i giornali, è apparsa la notizia del ritrovamento del relitto di questo sfortunato transatlantico. Per la verità ho dovuto superare parecchie perplessità. Le dimensioni, la complessità, la difficoltà di trovare le informazioni. In ogni caso ho deciso di cominciare contando anche su quei “colpi di fortuna” che, alla fine, devo riconoscere che non sono mancati.
Quante cose ho scoperto di questa nave. Cercando di riprodurla nei minimi particolari, soprattutto andando a ricostruire i locali interni, ho avuto la sensazione di “viverla” intensamente provando anche commozione.

Il modello del Titanic

Cominciamo dall’inizio.
Nei primi anni del Ventesimo secolo la tecnologia navale aveva fatto passi da gigante. I traffici, soprattutto passeggeri, fra le due sponde dell’Atlantico erano diventati molto importanti e remunerativi e tutte le nazioni che potevano vantare una tradizione marittima, se li contendevano.
In Inghilterra operava la Cunard Line, una grossa società che decise di mettere in servizio due grandi transatlantici a quattro ciminiere: il Mauretania ed il Lusitania. Erano transatlantici veloci molto lussuosi già mossi da turbine a vapore.

La concorrente White Star Line, una società a capitale prevalente americano, ma che per ragioni di mercato conservava bandiera ed equipaggi inglesi, decise di rispondere con la costruzione dei transatlantici della serie Olympic. Queste navi avrebbero dovuto essere più grandi delle concorrenti ed offrire soprattutto lusso e sicurezza. La costruzione fu affidata ai cantieri Harland & Wolff di Belfast. La serie doveva essere composta di tre navi gemelle: l’Olympic, il Titanic e il Gigantic. Il primo prestò regolare servizio per parecchi anni, il secondo fece la fine che tutti sappiamo, il terzo, cui fu dato il nome meno pretenzioso di Britannic, non divenne mai un transatlantico perché, colto dallo scoppio della prima guerra mondiale, fu allestito a nave ospedale e affondò nel Mediterraneo orientale.
Torniamo al Titanic. La sua costruzione iniziò nel marzo del 1909. Il nome, così importante, sembrava adattarsi perfettamente alla sua mole imponente. Forse qualcuno si ricordò anche di un libro pubblicato appena quattordici anni prima, ma fra questi non ci furono, con ogni probabilità, gli entusiasti promotori dell’impresa. Si trattava del romanzo “Futility” dello scrittore americano Morgan Robertson. In questo romanzo si raccontava di una nave chiamata Titan che per dimensioni, potenza, velocità, numero di passeggeri, numero di eliche, addirittura numero di scialuppe, era incredibilmente simile al nascente Titanic.
Nel romanzo, in una coincidenza di eventi che molti hanno voluto ritenere premonitrice, il Titan, in una fredda notte di Aprile, urta contro un iceberg e affonda rapidamente. Le scialuppe non sono sufficienti ad accogliere tutti i passeggeri e le vittime sono numerosissime.
Il Titanic è completato e, durante l’allestimento, subisce alcune modifiche che ne aumentano la stazza. La passeggiata coperta al ponte “B” è eliminata e al suo posto sono sistemati lussuosi appartamenti di prima classe, il cafè parisienne e le due esclusive suite con passeggiata privata.
Alcuni contrattempi provocano ritardi e costringono a ridurre al minimo le prove in mare.

L'8 aprile 1912 il Titanic, pavesato a festa, lascia finalmente il porto di Southampton. A bordo ci sono 2200 persone fra le quali la "creme" della società dell'epoca.

La tragedia

E' La nave più grande e lussuosa del momento. Grande è l’orgoglio e forse eccessiva la fiducia nelle possibilità della tecnica.  Molti la ritengono inaffondabile: cosa potrebbe opporsi ad un simile colosso tanto perfezionato.
Il Titanic dirige verso New York.
La velocità è di 20,5 nodi.
Il mare è calmo. La temperatura molto bassa.
Sono le 23.40 del 14 aprile 1912. Improvvisamente scoppia la tragedia. Le due vedette in coffa scorgono un iceberg dritto di prora a soli 400 metri di distanza. Scatta l’allarme, l’ufficiale di guardia ordina l’immediata accostata a sinistra e l’inversione del moto delle macchine. La distanza è troppo breve perché la nave riesca a manovrare ed il tempo è troppo poco perché le macchine riescano a produrre effetti significativi sulla velocità della nave.

Ciminiere 1 e 2 del Titanic

il Titanic inizia l'evoluzione verso sinistra ma la sua carena struscia contro la parte immersa dell'iceberg. L’urto spinge verso l’interno le lamiere, che tranciano i chiodi, e si aprono numerose vie d’acqua per una lunghezza di un centinaio di metri. Ne rimangono interessati ben cinque compartimenti stagni che cominciano ad allagarsi. La nave non era progettata per assorbire un simile danno ed inizia ad affondare.
Le navi dell’epoca non avevano ancora il “ponte delle paratie”, cioè il ponte che chiude superiormente i compartimenti stagni. L’acqua comincia così a travasarsi inesorabilmente dai compartimenti prodieri verso quelli poppieri.

La gravità della situazione è rapidamente valutata e l’ordine di abbandonare la nave è impartito dopo solo mezz’ora dalla collisione. La nave, anche se un po’ appruata, è ancora tutta illuminata e, soprattutto, riscaldata. Fuori fa freddo e i passeggeri, increduli, fanno fatica a convincersi a lasciare il Titanic per salire su quelle piccole imbarcazioni che, all’inizio, si allontanano solo parzialmente cariche. Ma poi la situazione comincia a precipitare. Il personale di macchina, con encomiabile senso di sacrificio, continua a fornire energia elettrica e a pompare fuori acqua riuscendo a prolungare il più possibile la vita della nave. Alla fine la poppa si solleva scaricando forze enormi sulle strutture di centro nave che cedono. Lo scafo si divide in due tronconi. Quello di prua precipita verso il fondo mentre quello di poppa, dopo una parziale rotazione, lo segue. Alcuni superstiti, che hanno assistito alla scena dalle scialuppe, hanno raccontato che, ad un certo punto, sembrava che il Titanic volesse riemergere. Ciò è dovuto al fatto che la parte poppiera, alleggerita del troncone di prua, si è riportata, per qualche istante, verso l’assetto orizzontale. Hanno così perso la vita 1500 persone. Molte ancora intrappolate nei locali della nave, le altre, in mare, uccise dal freddo.
Plancia del Titanic

Il ritrovamento del relitto

Il Titanic ha sempre esercitato un grande fascino e l’idea di ritrovarne il relitto è stata coltivata a lungo. Solo nel 1985 il tentativo è stato coronato da successo. Il ricercatore statunitense dott. Robert Ballard, utilizzando una slitta attrezzata con fari e telecamere, rimorchiata da una nave oceanografica in superficie, ha ispezionato la zona del fondo nel quale si presumeva trovarsi il relitto finché ha individuato i primi riconoscibili rottami.

Sala barbiere del Titanic

Questa ricognizione ha consentito di verificare lo stato dello scafo, diviso in due parti, e scattare numerose fotografie. Il Titanic giace a 4000 metri di profondità in un punto situato a 49°56’ di longitudine Ovest e 41°43' di latitudine Nord.
L’anno successivo lo stesso Ballard è tornato sul posto con il batiscafo Alvin ed è sceso sul relitto. Grazie ad al piccolo Robot teleguidato Jason è stato possibile effettuare rilevamenti fotografici anche all’interno delle sovrastrutture e dello scafo.

Ponti del Titanic prima dell'assemblaggio

Ho deciso di costruire il modello nel 1986 e di arredarne i quattro ponti superiori. Sono riuscito ad ottenere, dal cantiere costruttore, quattro disegni ed una ventina di fotografie. Poi ho cercato libri, riviste e quant’altro potesse risultare utile per reperire informazioni ed immagini. La realizzazione dello scafo è stata abbastanza complessa soprattutto a causa dell’indisponibilità del piano di costruzione. L’arredamento dei locali interni è stato complicato dal fatto che tutte le foto erano in bianco e nero e solo grazie all’aiuto di un restauratore di mobili antichi ho potuto risalire, seppure con approssimazione, ai colori dei diversi stili impiegati a bordo.

I ponti superiori sono stati costruiti separatamente e in modo che si incastrino perfettamente fra loro.

Quando tutto era pronto, ossia erano sistemati i pavimenti, decorate le pareti e messi al loro posto tutti i mobili, ho fatto eseguire un accurato rilievo fotografico di tutti i locali interni. Poi sono passato a quella operazione che “tutti” mi hanno contestato: la chiusura del modello.

Solo raramente ho trovato comprensione per le mie ragioni.
Il modello è costruito in legno ed il legno, con il tempo, si deforma.
Non è possibile finire il modello. Se non si chiude è impossibile sistemare tante finiture esterne come il sartiame, i tiranti delle ciminiere e tutto quello che contribuisce a dare al modello l’aspetto “finito”.
Non è possibile continuare ad aprire e chiudere il modello, separando ogni volta i ponti, per far curiosare all’interno. Ogni volta si romperebbe qualcosa.


Ma c'è un motivo più profondo e, credo, più importante.

Il Titanic rappresenta un mito. Nonostante il ritrovamento del relitto è ancora vivo il fascino che questa nave esercita. Non so se ho fatto bene ad andarci a frugare dentro: mi è piaciuto, mi sono divertito e, qualche volta, ho provato commozione. E sono proprio le emozioni il sale del modellismo. Ogni volta che aprivo il modello per farlo vedere a qualcuno mi sembrava di sottoporlo ad un dissacrante spogliarello.

Quando ho cominciato a fare modelli "dentro" ho detto che volevo andare a cercare l'anima della nave. Ma ora lasciamo che l’anima riposi in pace anche in questa mia modesta realizzazione.
Timoneria del Titanic

Sala fumatori del Titanic
Suite prima classe del Titanic Cafè parisienne del Titanic Caratteristiche tecniche del Titanic:
- Lunghezza fuori tutto                               882' 9"
- Lunghezza fra le perpendicolari                850' 10"
- Larghezza massima                                 92' 6"
- Dislocamento                                         52.200 t.
- Stazza lorda                                           46.300 t.
- Potenza totale delle motrici alternative      30.000 HP
- Potenza della turbina di bassa pressione  16.000 HP