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Corazzata Roma
La tragica storia della nave attraverso il suo modello
Filmato pubblicato il 9 Marzo 2010 - Durata 5' 20"
La corazzata italiana Roma era la terza unità della classe Littorio.
Le navi di questa classe, ignorando il limite di 30.000 tonnellate fissato dal trattato di Washington per le navi da battaglia, raggiungevano un dislocamento di oltre 46.000 tonnellate.
Progettata dall'ingegner Umberto Pugliese, la Roma fu costruita dai Cantieri Riuniti dell'Adriatico. Era lunga 240 metri
Vero gioiello tecnologico fu consegnata alla Regia Marina il 14 Giugno 1942 ma non entrò mai in battaglia.
Al comando del Capitano di vascello Adone del Cima fece base a La Spezia dove subì due attacchi aerei e venne riparata a Genova.
Queste foto mostrano il modello in scala 1:100 costruito da Sebastiano Verdone, dell'A.N.V.O. - Associazione Navimodellisti Valle Olona di Castellanza.
L'8 Settembre 1943 la Roma era a La Spezia pronta a partire per l'Italia meridionale dove avrebbe dovuto affrontare le navi alleate impegnate nel supporto alle operazioni di sbarco.
A questo punto l'ammiraglio Bergamini, comandante delle forze navali da battaglia, fu informato dell'armistizio.
La squadra avrebbe dovuto passare a ovest della Corsica e dirigere verso la base de La Maddalena dove avrebbe dovuto imbarcare il re e il governo.
La flotta, composta dalle corazzate Roma, Vittorio Veneto e Italia, e da numerose navi minori, partì alle 3 del mattino del 9 Settembre.
La squadra non innalzò i segnali di resa previsti dall'armistizio ma la Roma inalberò il gran pavese.
Dopo tre ore fu raggiunta dalle navi provenienti da Genova e la formazione navale risultò così composta da 23 unità.
Alle 14.30, quando la squadra stava per superare le Bocche di Bonifacio, Supermarina comunicò che la base de La Maddalena era stata occupata dai tedeschi e ordinò di raggiungere Annaba, in Algeria, per poi recarsi a Malta.
La flotta invertì la rotta ma, poco dopo, al largo dell'Asinara, fu attaccata da 28 bombardieri tedeschi Dornier 217 partiti da Istres, in Francia.
Questi aerei, che avevano l'ordine di attaccare soprattutto le corazzate, erano armati con bombe a razzo radiocomandate di nuovo tipo che raggiungevano una velocità di caduta di 300 metri al secondo, superiore a quella sopportabile dalla coperta corazzata della Roma.
La nave fu colpita da due bombe.
La prima colpi la Roma a dritta, perforò la coperta e lo scafo e scoppiò in mare.
L'esplosione mise fuori uso le due eliche di dritta costringendo la nave a procedere solo con quelle di sinistra riducendo la velocità a 16 nodi.
La seconda si infilò fra la torre di comando e la torre trinata n.ro 2 raggiungendo il deposito munizioni e provocando una terribile esplosione.
La torre, del peso di 1500 tonnellate, volò in mare.
La torre di comando, corazzata, si deformò cadendo in avanti e uccidendo quanti si trovavano al suo interno compreso l'ammiraglio Bergamini.
La nave si girò sul fianco di dritta e si spezzò in due tronconi affondando in soli venti minuti.
Dei 2021 uomini a bordo se ne salvarono solo 628.
I superstiti, raccolti da altre navi, furono portati all'isola di Minorca.
Questo modello della corazzata Roma è navigante e radiocomandato e può essere visto alle mostre organizzate dall'ANVO - Associazione Navimodellisti Valle Olona di Castellanza.
Se volete saperne di più su questo e altri modelli visitate i siti www.anvo.it e www.mitidelmare.it.