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Qui sotto e' riportato il testo del commento al filmato: Real de France - Galera francese del XVIII secolo. Se vuoi tornare alla pagina dove sono indicati tutti i video clicca sul tasto VIDEO a fianco. Se vuoi rivedere il filmato clicca sulla foto della nave.
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Indice dei VIDEO pubblicati
La storia della propulsione a remi e a vela trova origine nelle imbarcazioni degli antichi navigatori, come i Fenici e gli Egiziani, che utilizzavano proprio questi sistemi per muovere le loro navi.
Con il trascorrere dei secoli le tecniche migliorarono. Le navi crebbero nelle dimensioni e diventarono più robuste.
Furono costruite, soprattutto per usi militari, le galee.
Si trattava di navi sottili che portavano una fila di vogatori per ogni lato.
A prua, per offendere meglio le navi nemiche, montavano un rostro, ovvero uno sperone di ferro che squarciava lo scafo nemico provocandone l'affondamento.
L'impiego delle galee cessò con lo sviluppo di navi a vela sempre più grandi e meglio armate.
Adesso saliamo a bordo di questa Reale de France.
Il modello riproduce, in scala 1:60, fin nei minimi dettagli, l'imbarcazione originale che fu decorata dallo scultore francese Pierre Puget.
La nave era lunga 63 metri e larga 9,70.
Aveva 59 banchi e 59 remi, manovrati da 7 vogatori ciascuno.
Qualcuno si chiederà perché i remi non erano in numero pari. La risposta è molto semplice. Sul lato di sinistra ne mancava uno per lasciare spazio ai pentoloni della cucina.
All'estremità di ogni remo c'era il capovoga, ovvero un membro dell'equipaggio regolarmente pagato. Gli altri erano schiavi o condannati alla pena della "galera".
Per mantenere il ritmo della voga c'era un aguzzino con due aiutanti. L'aguzzino imponeva la cadenza e i suoi aiutanti, con lunghi nerbi, convincevano i vogatori a seguirlo.
A poppa alloggiavano il comandante e gli ufficiali. L'equipaggio comprendeva anche soldati e cannonieri.
La Reale de France aveva due alberi su ciascuno dei quali era montata una vela latina.
In caso di battaglia queste venivano ammainate e fissate saldamante agli alberi, insieme alle antenne, onde evitare che il fuoco nemico le facesse abbattere disastrosamente sui vogatori.
La nave era armata con 5 cannoni in bronzo sistemati a prua, sotto la rembata, e montati su slitte.
C'erano anche 11 pezzi più piccoli, montati su un perno e piazzati lungo le balestriere.
Una nave di questo tipo aveva un grosso limite: poteva attaccare solo di prua, utilizzando i cannoni e lo sperone.
Questo ne riduceva molto la capacità offensiva.
Nel XVII secolo esistevano già navi da guerra arnate pesantemente. L'unica possibilità tattica che avevano le galee, in questi scontri, era di convergere in gran numero sul bersaglio approfittando dei momenti di bonaccia quando il veliero era praticamente immobilizzato.
Un altro problema delle galee era costituito dal fatto di essere molto basse sull'acqua. Quando navigavano a vela, e il vento era piuttosto forte, la coperta veniva inondata e sovente il bordo sottovento, con tutti i vogatori, era completamente immerso.
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