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Motovedetta C.P. 301
Motovedetta ognitempo autoraddrizzante classe 300

Articolo pubblicato dal trimestrale di scienza e tecnica n. 43 - Settembre 2016
L'HOBBY DELLA SCIENZA E DELLA TECNICA
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Parliamo, questa volta, di un mezzo molto attuale.
Si tratta di una di quelle imbarcazioni, se vogliamo un po’ curiose, che vediamo spesso impegnate nel soccorso ai naufraghi nel Mediterraneo meridionale.
Utilizziamo il modello costruito da Luciano Borella, bravissimo modellista dell’A.N.V.O. - Associazione Navimodellisti Valle Olona di Castellanza.
Luciano aveva già costruito una motovedetta di quel tipo basandosi su immagini pubblicate sui giornali o viste in TV. Il risultato fu ottimo e il modello fu molto ammirato da Autorità della Marina Militare che lo videro a una mostra nella città di Genova. Fu così che il nostro Luciano ottenne informazioni più dettagliate e poté passare alla costruzione del modello che vi presento in queste pagine.

Il C.P. 301 è una motovedetta ognitempo e auto raddrizzante della classe 300. E’ quindi un’imbarcazione in grado di operare con mare anche molto agitato e, in caso di capovolgimento accidentale, può tornare automaticamente alla posizione corretta.

Vediamo spesso queste motovedette affiancare barconi stracarichi di persone fornendo loro i primi soccorsi. Possono recuperare fino a 100 persone e, con le zattere di salvataggio di cui sono dotate, soccorrere fino a 210 naufraghi.
Questa motovedetta è lunga 18,80 metri e ha un equipaggio di quattro/cinque persone (maggiori dettagli nel riquadro con la scheda tecnica). E’ dotata di strumentazione all’avanguardia per la navigazione, la scoperta e le telecomunicazioni.
Le imbarcazioni di questo tipo sono caratterizzate dal parabordo perimetrale, di colore rosso, molto resistente agli urti e all’abrasione. Questa struttura consente, non solo, di accostare in sicurezza qualsiasi imbarcazione, ma fornisce al natante un’enorme riserva di galleggiamento.

Il modello

Luciano ha ricavato il disegno della nave dal pieghevole illustrativo e l’ha fatto ingrandire fino a portarlo nella scala 1:22, quella scelta per la costruzione.
Ha costruito la struttura interna composta, sostanzialmente, dalla chiglia e dalle ordinate. Queste terminano nei cerchi che sosterranno il parabordo perimetrale.
Ha utilizzato compensato di betulla, ottimo nel modellismo navale.
In questa fase bisogna porre molta attenzione agli incastri fra i vari pezzi e al perfetto allineamento dell’insieme. E’ opportuno, prima di incollare i pezzi fra loro, fissarli a una tavoletta in modo che restino nella posizione corretta.
Poi ha cominciato ad applicare il fasciame.
Per questo ha utilizzato listelli di tiglio, leggeri e facili da piegare.
Lo spessore di questi listelli è ridotto al minimo cercando il migliore compromesso fra la resistenza e la leggerezza.
Questo sarà un modello navigante per cui la distribuzione dei pesi è molto importante.
Più leggero sarà lo scafo, soprattutto nella parte superiore, maggiore sarà la quantità di zavorra che si potrà imbarcare sul fondo per abbassare il baricentro e aumentare la stabilità del natante.
In figura si vede lo scafo completamente fasciato e i bagli applicati alle prime tre ordinate per sostenere la coperta.
I listelli del fasciame devono essere applicati con molta precisione e incollati fra loro.
In questa fase bisogna lisciare l’esterno e solo un montaggio accurato consente di asportare poco materiale rispettando lo spessore dello scafo.
E’ opportuno rinforzare lo scafo internamente, sia per irrigidirlo sia per impermeabilizzarlo.
Un sistema molto semplice consiste nell’applicare, a pennello, della resina epossidica sovrapponendole della garza (ottime le compresse 10x10 da tagliare a misura).

Le sovrastrutture.
A questo punto si applica la coperta e si comincia a costruire la tuga.
Anche qui va molto bene il compensato di betulla.
In alcuni casi, soprattutto per modelli di maggiori dimensioni, le tughe possono essere realizzate costruendo dei leggeri telai di legno e rivestirli con lamierino di alluminio incollato.
Un piccolo suggerimento. Per ritagliare l’alluminio con il traforo, è utile applicarlo, con un po’ di nastro biadesivo, a una tavoletta di compensato. Il taglio sarà più netto e preciso.
Sia la coperta sia le tughe devono essere facilmente smontabili, o dotate di accessi, in modo che sia possibile accedere ai componenti interni dell’imbarcazione. All’interno dei modelli naviganti ci sono diverse apparecchiature che hanno bisogno di attenzione e manutenzione.

In figura si vede la motovedetta finita nelle sue parti principali e pronta a ricevere gli accessori.
Tutti, naturalmente, costruiti dal nostro modellista Luciano.

La costruzione dello scafo di un modello, con le sue parti stellate e con le sue linee armoniose, dà molta soddisfazione al modellista.
L’applicazione delle sovrastrutture conferisce all’opera un aspetto prossimo all’obiettivo.
Ma quello che veramente affascina è la costruzione e l’applicazione di ogni particolare.
E qui sta alla fantasia e alla manualità del modellista trovare soluzione a ogni problema ricorrendo ai più disparati piccoli trucchi.

Finalmente la motovedetta è completa.
All'interno sono stati inseriti due motori elettrici e un ricevitore radio oltre, naturalmente, agli altri elementi necessari alla manovra.

La nostra C.P.301 è pronta al varo che avviene nel Lago di Comabbio, in località Corgeno, in provincia di Varese.

E’ soprattutto qui che i modellisti dell’A.N.V.O. si ritrovano per provare i propri modelli naviganti.
Questo modello, insieme a tanti altri di ogni tipo e di ogni epoca, si trova descritto nel sito dell’Associazione Navimodellisti Valle Olona di Castellanza: www.anvo.it e nel sito associato: www.mitidelmare.it


Scheda tecnica della motovedetta C.P. 301

Lunghezza fuori tutto    18,80 metri
Larghezza                      6,100 metri
Immersione massima    1,070 metri
Materiale di costruzione    Lega leggera AL MG AA 5083
Dislocamento a pieno carico    30,500 tonn

Motori principali: 
n. 2 MAN D 2842 LE 410 809 Kw (1100Hp) 2100 rpm
Invertitori    n. 2 ZF mod. 2050
Idrogetti     n. 2 Ka.Me.Wa Rolls Royce mod. FF 550
Generatore    Kholer 20 EFZD 20 Kw 230 V
Velocità massima continuativa    30 nodi
Autonomia alla massima velocità    460 miglia

Capacità combustibile    6.200 litri
Equipaggio standard    4/5 persone
Capacità locale naufraghi    18/20 persone

Cantieri navali SpA - Via Trieste 3 - Viareggio
Cenni storici sull’evoluzione della flotta delle Capitanerie di Porto.

Fino agli anni ’60 le Capitanerie di Porto non disponevano di Mezzi Navali propri.
Nel 1962, con la ratifica della convenzione per la salvaguardia della vita umana in mare, le Capitanerie di Porto cominciarono ad armare una propria flotta.
Le prime furono le motovedette delle serie “Caterina”, “Barnett” e “Super Speranza” affiancate, poi, da unità costiere con migliore tenuta al mare e caratteristiche di maggiore velocità e robustezza.
Solo nel 1982 fu decisa l’acquisizione di numerosi mezzi per la vigilanza ed il soccorso in mare fra cui anche aerei ed elicotteri.
Nel febbraio 2008, è stato avviato il programma "Classe 300”, unità di circa 20 metri che rappresentano l'evoluzione della collaudata "Classe 800" da impiegarsi in attività SAR (Search & Rescue) alturiero. Il Corpo dispone di 21 Unità Classe 300 e la motovedetta C.P. 301, il cui modello è descritto in questo articolo, fa parte proprio di questa classe.
Oggi la flotta delle Capitanerie di Porto - Guardia Costiera, dispone di circa 600 mezzi nautici dislocati in oltre 100 porti nazionali.