Benvenuto in una pagina
del sito mitidelmare.it. Se ti piace il modellismo navale, se vuoi vedere modelli realizzati da tanti appassionati, se vuoi qualche piccolo suggerimento costruttivo, comincia dalla home page. Buona navigazione! |
Queste informazioni sono
estratte dalla ricerca di Francesco Giuliani dal titolo: I mezzi di salvataggio delle navi - Scialuppe e gruette. Il documento, quando sarà completo, verrà pubblicato sul sito mitidelmare.it e sarà scaricabile in formato PDF |
Torna alla Home Page |
Vai alla pagina indice delle
gruette |
Guarda la
costruzione di scialuppe |
Vai all'archivio delle Newsletter | Contatta l'autore del sito |
Le dotazioni
di salvataggio a bordo di una nave hanno sempre
rivestito particolare importanza, potendo garantire la
sopravvivenza in caso di naufragio, e per questo vengono
concepite in modo tale da rispondere al meglio alle
varie situazioni che potrebbero occorrere alla nave su
cui sono installate. Questi sistemi comprendono le
imbarcazioni di salvataggio e tutti quei sistemi atti a
metterle in mare correttamente ed in sicurezza nel più
elevato numero di eventi avversi possibili. Le
imbarcazioni possono essere di tipo rigido, ovvero le
comuni scialuppe, oppure gonfiabili, come i canotti in
uso oggi su tutte le unità passeggeri e mercantili di
linea e da crociera. |
Tra le gruette
impiegate nel passato possiamo trovare essenzialmente
cinque tipi fondamentali, fra queste: • Il bigo, ovvero un tipo di gru che veniva installato su navi da carico e transatlantici principalmente per l’imbarco e lo sbarco delle merci sfuse, ma che in passato, sia sui velieri ma soprattutto a bordo delle navi da battaglia di tipo pre-Dreadnought e post-Dreadnought, fu impiegato per mettere in mare i canotti e le lance di salvataggio (le quali venivano imbarcate in gran numero, ma senza altrettante gruette per lasciare spazio alle artiglierie). Il bigo, in veste di questa funzione, è presente anche sulla nave scuola Amerigo Vespucci per ammarare le due grandi lance rimessate a centro nave tra l’albero di trinchetto e l’albero maestro. |
l bigo |
Per queste
ragioni, quindi, si rendeva necessario utilizzare un
dispositivo che da solo fosse capace di movimentare in
sequenza il maggior numero di imbarcazioni possibili, ed
il bigo di carico si prestava perfettamente a questo
scopo. Il bigo, come mostrato in figura, si compone
essenzialmente di una colonna (a), di un picco (b), di
pescanti a paranco per la movimentazione del picco
stesso (c) e del carico (d), oltreché ovviamente di
verricelli (oggi manovrati elettricamente o
idraulicamente, un tempo a vapore) per il rilascio ed il
recupero delle cime costituenti i pescanti. Per il brandeggio laterale del picco, infine, ci si avvale di appositi “bracci” costituiti da cime in trefoli d’acciaio (o più anticamente in fibra naturale) connessi alla varea del picco. Le lance vengono solitamente raggruppate nelle sue vicinanze, rimessate in configurazione affiancata e/o sovrapposta, e collocate entro apposite selle. |
Come si può
intuire dalla anzidetta descrizione questo è un sistema
estremamente semplice, ma tuttavia non è molto sicuro in
ragion del fatto che la lancia rimane sollevata a
mezz’aria per un periodo considerevolmente prolungato
durante la sua movimentazione, rappresentando un carico
sospeso potenzialmente pericoloso. Benché infatti tale sistema sia stato impiegato sulle navi da battaglia fino agli anni ’40 del novecento, sulle navi passeggeri non è stato quasi mai impiegato, soprattutto nell’ultimo secolo; è chiaro infatti che su una nave da battaglia vi sia personale addestrato per tale evenienza, mentre ciò non avviene per gli ospiti a bordo di un’unità passeggeri, non essendo questi ultimi generalmente abituati o preparati ad affrontare un evento avverso (benché sulle grandi unità si svolgano talvolta esercitazioni di abbandono nave). |