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Queste informazioni sono
estratte dalla ricerca di Francesco Giuliani dal titolo: I mezzi di salvataggio delle navi - Scialuppe e gruette. Il documento, quando sarà completo, verrà pubblicato sul sito mitidelmare.it e sarà scaricabile in formato PDF |
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Le dotazioni
di salvataggio a bordo di una nave hanno sempre
rivestito particolare importanza, potendo garantire la
sopravvivenza in caso di naufragio, e per questo vengono
concepite in modo tale da rispondere al meglio alle
varie situazioni che potrebbero occorrere alla nave su
cui sono installate. Questi sistemi comprendono le
imbarcazioni di salvataggio e tutti quei sistemi atti a
metterle in mare correttamente ed in sicurezza nel più
elevato numero di eventi avversi possibili. Le
imbarcazioni possono essere di tipo rigido, ovvero le
comuni scialuppe, oppure gonfiabili, come i canotti in
uso oggi su tutte le unità passeggeri e mercantili di
linea e da crociera. |
Tra le gruette
impiegate nel passato possiamo trovare essenzialmente
cinque tipi fondamentali, fra queste: • Gruette di tipo “a quadrante” e “doppio quadrante” (quest’ultima una diretta implementazione della prima), messe a punto nei primi anni del novecento ed installate su molti bastimenti, tra cui prestigiose unità di linea come i piroscafi di classe “Olympic” della White Star Line. |
Gruette a
quadrante (Welin) |
L’architettura
del sistema si compone essenzialmente di due parti,
ovvero: • I bracci; • I telaietti di sostegno. I bracci, ricurvi alle estremità (a), hanno la caratteristica di terminare alla base con un settore semicircolare dentato (b). Il suddetto settore può essere “singolo”, ovvero presente solo sul lato fuoribordo della gruetta, oppure “doppio”, ovvero presente sia sul lato fuoribordo che entrobordo del braccio. I telaietti, utili al supporto del braccio, sono composti di tre elementi fondamentali, che serviranno per sbracciare al bisogno la gruetta. Il primo elemento è rappresentato da una cremagliera (c), ricavata alla base del telaietto, sulla quale ingranerà il settore circolare dentato del braccio per le operazioni di sbraccio e recupero. Gli altri due elementi sono rappresentati da due barre che serviranno per comandare e sostenere la movimentazione del braccio, ovvero rispettivamente un’asta filettata (vite di manovra) con profili trapezoidali (d) ed un’asta-guida (e). Al fine di connettere i due assiemi sopra descritti, nel centro geometrico del settore circolare verrà infulcrato un perno facente capo ad un tassello mobile (f) dotato di due fori: il primo di questi è deputato allo scorrimento guidato del tassello sulla barra-guida, mentre il secondo, filettato internamente, alloggerà l’asta filettata per la movimentazione del braccio stesso. Il tassello e l’asta filettata andranno perciò a costituire l’accoppiamento chiocciola-madrevite necessario per lo sbraccio laterale della gruetta. La vite sarà posta in movimento manualmente a mezzo di una manovella, manovrata da un addetto preposto allo scopo. |
Le gruette a
doppio quadrante, così come descritte sopra, erano
presenti anche sul Titanic. Questo fatto può apparire
abbastanza curioso, in quanto sul Titanic vi era una
sola fila di lance per lato e ogni gruetta “Welin” aveva
in dotazione una sola imbarcazione. Tuttavia questa
circostanza trova riscontro nel fatto che in sede
progettuale alla Harland & Wolff di Belfast, i
progettisti - Alexander Carlisle principalmente -
avessero inizialmente previsto l’installazione di un
numero di lance pari a 64, ben superiore alle 16 poi
effettivamente imbarcate (esclusi i 4 canotti
pieghevoli). Tale concezione, che comunque avrebbe
previsto la presenza di sole 16 gruette, avrebbe
determinato l’installazione di due file di lance per
lato composte da coppie sovrapposte di barche, con la
conseguenza che ogni gruetta avrebbe dovuto occuparsi
della manovra in sequenza di ben quattro barche. Questo
dettaglio perciò spiegherebbe il motivo dell’impiego di
gruette a doppio quadrante in luogo di quelle a singolo
quadrante, le quali tuttavia non furono mai
evidentemente sostituite con la versione semplice quando
in sede progettuale la compagnia armatrice White Star
Line decise - criminosamente - di ridurre al minimo le
imbarcazioni in dotazione alla nave. |