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Queste informazioni sono estratte dalla ricerca di Francesco Giuliani dal titolo:
I mezzi di salvataggio delle navi - Scialuppe e gruette.
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Le dotazioni di salvataggio a bordo di una nave hanno sempre rivestito particolare importanza, potendo garantire la sopravvivenza in caso di naufragio, e per questo vengono concepite in modo tale da rispondere al meglio alle varie situazioni che potrebbero occorrere alla nave su cui sono installate. Questi sistemi comprendono le imbarcazioni di salvataggio e tutti quei sistemi atti a metterle in mare correttamente ed in sicurezza nel più elevato numero di eventi avversi possibili. Le imbarcazioni possono essere di tipo rigido, ovvero le comuni scialuppe, oppure gonfiabili, come i canotti in uso oggi su tutte le unità passeggeri e mercantili di linea e da crociera.
Tra le gruette impiegate nel passato possiamo trovare essenzialmente cinque tipi fondamentali, fra queste:
•  Gruette di tipo “a quadrante” e “doppio quadrante” (quest’ultima una diretta implementazione della prima), messe a punto nei primi anni del novecento ed installate su molti bastimenti, tra cui prestigiose unità di linea come i piroscafi di classe “Olympic” della White Star Line.
Gruette a quadrante (Welin)
Le gruette a quadrante sono state introdotte grossomodo nel primo decennio del novecento per migliorare i sistemi radiali utilizzati fino ad allora, nell’ottica di velocizzare il processo di approntamento, sbraccio e messa in mare della lancia. Questo sistema fu ampiamente prodotto in modo particolare dalla ditta “Welin Davit and Engineering”, dalla quale riprendono sovente il nome e grazie al quale sono diffusamente riconosciute. Questo tipo di gruetta ha equipaggiato molte tra le più celebri navi sul finire della Belle Époque come il trio di piroscafi di classe Olympic (di cui l’RMS Titanic ne era la seconda “sorella”), o come le tre grandi turbonavi tedesche di classe Imperator (TS Imperator, TS Vaterland e TS Bismark, tutte cedute ad Inghilterra e Stati Uniti come riparazione danni di guerra dopo il primo conflitto mondiale). L’aspettativa era che questo tipo di sistema prendesse presto il sopravvento, ma ebbe vita breve, in quanto fu presto soppiantato dalle gruette “per gravità” già a partire dagli anni venti.  L’architettura del dispositivo in questione è pensata per poter ammarare in sequenza più di una lancia in maniera rapida, tanto che fu scelto per installazioni che prevedevano sovente due lance affiancate - double-banked boats -, due o addirittura tre lance sovrapposte (come si poteva vedere sull’SS Leviathan della USL nel primo dopoguerra, ovvero l’ex TS Vaterland citato poc’anzi), oppure lance e canotti pieghevoli sovrapposti.

L’architettura del sistema si compone essenzialmente di due parti, ovvero:
      •    I bracci;
      •    I telaietti di sostegno.
I bracci, ricurvi alle estremità (a), hanno la caratteristica di terminare alla base con un settore semicircolare dentato (b). Il suddetto settore può essere “singolo”, ovvero presente solo sul lato fuoribordo della gruetta, oppure “doppio”, ovvero presente sia sul lato fuoribordo che entrobordo del braccio.
I telaietti, utili al supporto del braccio, sono composti di tre elementi fondamentali, che serviranno per sbracciare al bisogno la gruetta. Il primo elemento è rappresentato da una cremagliera (c), ricavata alla base del telaietto, sulla quale ingranerà il settore circolare dentato del braccio per le operazioni di sbraccio e recupero.
Gli altri due elementi sono rappresentati da due barre che serviranno per comandare e sostenere la movimentazione del braccio, ovvero rispettivamente un’asta filettata (vite di manovra) con profili trapezoidali (d) ed un’asta-guida (e).
Al fine di connettere i due assiemi sopra descritti, nel centro geometrico del settore circolare verrà infulcrato un perno facente capo ad un tassello mobile (f) dotato di due fori: il primo di questi è deputato allo scorrimento guidato del tassello sulla barra-guida, mentre il secondo, filettato internamente, alloggerà l’asta filettata per la movimentazione del braccio stesso. Il tassello e l’asta filettata andranno perciò a costituire l’accoppiamento chiocciola-madrevite necessario per lo sbraccio laterale della gruetta.
La vite sarà posta in movimento manualmente a mezzo di una manovella, manovrata da un addetto preposto allo scopo.

Per ammarare la lancia l’addetto (uno per lato dell’imbarcazione), dopo aver rimosso le rizze ed aver abbassato le porzioni esterne delle selle per l’alloggiamento delle barche, inizia a ruotare la manovella connessa alla vite di manovra; in questo modo accade che i bracci, comandati dalla rotazione dell’asta filettata, inizino a traslare verso la murata dello scafo, e contemporaneamente ingranando mediante il settore circolare dentato sulla cremagliera in basso, inizieranno ad inclinarsi nella stessa direzione consentendo così di scostare la lancia dalle selle e orientarla fuoribordo.
Una volta così sbracciata la lancia, non rimane che ammainarla avvalendosi di un sistema a paranchi del tutto analogo a quello descritto per le gru “radiali”, ovvero manuale mediante una coppia di bitte a croce.
Una volta messa in mare la lancia, nel caso se ne abbia a disposizione un’altra rimessata a fianco, sarà sufficiente riavvolgere i paranchi e ritrarre - mediante rotazione inversa delle barre filettate - i bracci in posizione entrobordo, dove si potrà procedere all’ingancio di altre imbarcazioni.

A questo scopo, come parzialmente accennato all’inizio, vi sono due sottogruppi di questo dispositivo, ovvero a quadrante singolo o a “doppio quadrante”.
Quello illustrato nelle immagini sopra e a fianco è del tipo a singolo quadrante, ovvero in cui il settore circolare dentato è presente solo sul lato fuoribordo dei bracci. In questo modo questi ultimi potranno essere inclinati solo verso murata e non sul lato entrobordo, consentendo l’ammaraggio di lance che si trovino posizionate tra i bracci ma non posteriormente a questi. Le immagini mostrano come sia comunque possibile sovrapporre più lance (due, o più raramente tre) così da guadagnare spazio e raddoppiare - o triplicare - la disponibilità di posti a disposizione in caso di abbandono nave.
In questo caso la lancia superiore viene rimessata su quella inferiore mediante selle generalmente poste sui banchi di quest’ultima, in modo tale che una volta ammarata la prima imbarcazione sia possibile procedere senza particolari accorgimenti all’ammaino della seconda, rimessata sul tavolato del ponte.
Come descritto sopra infatti, dopo che la prima lancia sarà in mare, i paranchi verranno riavvolti e i bracci retratti, cosicché sia possibile inganciare la lancia inferiore per poi ripetere l’operazione di sbraccio ed ammaraggio alla medesima maniera.
C’è poi la versione a “doppio quadrante”, come rappresentato nelle figure. Questa versione presenta un settore dentato più ampio, presente sia sul lato entrobordo sia sul lato fuoribordo della base dei bracci, realizzato in maniera grossomodo speculare su un lato e sull’altro rispetto all’asse di mezzeria di questi ultimi.


Con questo tipo di architettura, sebbene sia sempre possibile adottare uno schema a lance sovrapposte, sarà altresì possibile adottare una configurazione a due lance affiancate. In questo caso dunque le imbarcazioni vengono poste l’una parallela all’altra, di cui la prima compresa tra i bracci della gruetta e l’altra rimessata a fianco sul lato entrobordo. La procedura per l’ammaraggio è analoga a quanto esposto in precedenza, con la differenza che in questo caso, una volta ammainata la prima lancia e riavvolti i paranchi, sarà possibile ritrarre i bracci al punto da inclinarli verso l’interno (cosa che con un singolo quadrante non sarebbe possibile). Dunque una volta messa in mare la prima barca, e manovrati i bracci mediante le barre filettate (viti di manovra) sarà possibile inclinare questi ultimi fin sulla verticale della lancia rimessata entrobordo, così da poterla inganciare - previo disimpegno dalle relative selle e rizze - e così sollevarla per poterla trasporre fuoribordo, dove sarà ammarata alla stregua della prima.
Sia in questo tipo, sia nel tipo precedente, sarà inoltre possibile mantenere una terza imbarcazione permanentemente sospesa fuoribordo; in questo caso i bracci della gruetta rimangono sbracciati fuoribordo durante il periodo di non utilizzo e da questi pende - sospesa nel vuoto - una terza imbarcazione, una in più rispetto alle due affiancate rimessate sul tavolato del ponte. Questa configurazione fu impiegata ad esempio dal piroscafo RMS Olympic durante il suo impiego come trasporto truppe durante la Grande Guerra. In tal modo si poteva, con una sola gruetta, movimentare ben tre lance in rapida successione, condizione molto favorevole in quanto questo tipo di navi dovevano riuscire a sfuggire alle imboscate tese dagli U-boot tedeschi; talune occasioni infatti potevano dar luogo a disastri con notevoli perdite di vite umane, tanto più che se una nave nata come bastimento passeggeri era equipaggiata per ospitare - ad esempio - 2.000 passeggeri in tempo di pace, poteva arrivare ad avere una capienza più che doppia se convertita come trasporto truppe o nave ospedale.
C’è poi il caso in cui sotto la lancia sia rimessato un canotto pieghevole; in questo caso la lancia è collocata su di un un’ulteriore telaietto, che la mantiene sollevata dal tavolato del ponte quel tanto che basta a creare spazio sotto di essa per alloggiare l’imbarcazione pieghevole. Il sistema di ammaraggio è sempre il medesimo, senza modifiche sostanziali.

Le gruette a doppio quadrante, così come descritte sopra, erano presenti anche sul Titanic. Questo fatto può apparire abbastanza curioso, in quanto sul Titanic vi era una sola fila di lance per lato e ogni gruetta “Welin” aveva in dotazione una sola imbarcazione. Tuttavia questa circostanza trova riscontro nel fatto che in sede progettuale alla Harland & Wolff di Belfast, i progettisti - Alexander Carlisle principalmente - avessero inizialmente previsto l’installazione di un numero di lance pari a 64, ben superiore alle 16 poi effettivamente imbarcate (esclusi i 4 canotti pieghevoli). Tale concezione, che comunque avrebbe previsto la presenza di sole 16 gruette,  avrebbe determinato l’installazione di due file di lance per lato composte da coppie sovrapposte di barche, con la conseguenza che ogni gruetta avrebbe dovuto occuparsi della manovra in sequenza di ben quattro barche. Questo dettaglio perciò spiegherebbe il motivo dell’impiego di gruette a doppio quadrante in luogo di quelle a singolo quadrante, le quali tuttavia non furono mai evidentemente sostituite con la versione semplice quando in sede progettuale la compagnia armatrice White Star Line decise - criminosamente - di ridurre al minimo le imbarcazioni in dotazione alla nave.