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Macchine militari di Leonardo
Alcuni progetti di Leonardo da Vinci in campo militare

Articolo pubblicato dal trimestrale di scienza e tecnica n. 32 - Settembre 2013
L'HOBBY DELLA SCIENZA E DELLA TECNICA
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Le macchine di Leonardo da Vinci per impieghi militari nei modelli della collezione di Paolo Candusso

Leonardo, nato a Vinci nel 1452 e messo a Bottega del Verrocchio, a Firenze, è noto a tutti per il suo genio universale. Sotto la protezione di Lorenzo de’ Medici si fa conoscere soprattutto come artista e pittore. All’età di trent’anni si presenta, a Milano, a Ludovico il Moro che più che dall’arte è attratto dalle imprese militari.
Leonardo considera la guerra “pazzia bestialissima” ma è un uomo molto pratico e sa cosa proporre al Signore illustrissimo della dinastia degli Sforza. Si propone perciò come ingegnere militare e promette armi innovative e potenti, facili da trasportare e da impiegare. Argomenti che, dato il personaggio, risultano molto convincenti e inducono Ludovico ad avvalersi dei suoi servigi. Leonardo rimane a Milano per 17 anni fino a quando Ludovico il Moro, sconfitto dai francesi, viene imprigionato. E’ proprio durante questo periodo che vengono disegnate molte della macchine che Paolo Candusso, il bravo modellista di Garbagnate Milanese, ha riprodotto interpretando gli schizzi del grande Maestro.
Facciamo adesso una passeggiata attraverso la vasta collezione di Paolo soffermandoci sulle macchine da guerra. Ne troviamo dodici. Sei le descriviamo in questo articolo. Delle altre ne parleremo la prossima volta

Per primo incontriamo un carro armato.
Si tratta di una costruzione circolare molto robusta che, data l’epoca, poteva essere ritenuta un’arma avveniristica. A forma di testuggine portava, nella parte superiore, una torretta d’avvistamento.
Era dotato di cannoni di piccolo calibro distribuiti lungo la circonferenza e poteva disporre di una propulsione animale o, attraverso un meccanismo interno, dalla forza dei soldati.
In battaglia questo mezzo doveva avanzare verso le linee nemiche affiancato dalla fanteria, un po’ come i carri armati più moderni hanno operato nel corso della prima guerra mondiale. Questa macchina presentava, però, dei grossi limiti, soprattutto se si fosse trovata a percorrere terreni accidentati.
Un altro sistema per penetrare attraverso le forze nemiche erano i carri falcianti.
Leonardo ne propone due tipi, uno che possiamo definire semplice e un’altro che possiamo definire a doppio effetto, entrambi mossi da una coppia di cavalli. Questi carri dovevano essere lanciati a forte velocità verso le truppe avversarie. Degli ingranaggi a lanterna, collegati alle ruote, mettevano in rotazione un sistema di lame orizzontali che si aprivano dei varchi uccidendo e amputando arti. Questo progetto può essere considerato una evoluzione dei carri da battaglia già utilizzati fin dai tempi degli Assiri per distruggere la fanteria appiedata avversaria.
Leonardo ho posto molta attenzione anche all’artiglieria. Tra le riproduzioni di Paolo troviamo diversi tipi di macchine in grado di lanciare proiettili. Alcune sfruttano l’elasticità dei materiali, altre impiegano la polvere da sparo che, durante il Rinascimento, cominciava a prevalere sull’arma bianca.
Fra queste una balista doppia. Si tratta di una macchina capace di lanciare grosse pietre a grande distanza. Le pietre vengono sistemate in un alloggiamento all’estremità di due aste fissate a ruote dentate. La forza propulsiva di ogni asta è ottenuta grazie ad una coppia di balestre metalliche che vengono messe in tensione avvicinandone le estremità.  Ciò si ottiene facendo ruotare, con una manovella, un asse alle estremità del quale ci sono due viti senza fine. Queste agiscono sulle due ruote che attorcigliano i cavi e avvicinano le estremità delle balestre. Il tutto è mantenuto in posizione da un fermo che, una volta tolto, libera le aste che lanciano i proiettili.
Un’altra arma interessante è il cannone architronito, conosciuto anche come cannone a vapore. Leonardo da Vinci fa risalire il principio di funzionamento ad Archimede. Si tratta di un cannone montato su ruote, e quindi facilmente trasportabile. La forza propulsiva è fornita dalla pressione del vapore. Il cannone è dotato di un braciere, alimentato a legna, che scalda la culatta fino a farla diventare incandescente. Nel frattempo il proiettile è già stato inserito nella canna. Quando il “cannoniere” reputa che la temperatura sia al giusto livello apre una valvola che fa entrare dell’acqua che, evaporando immediatamente, lancia con forza il proiettile.
Ma Leonardo da Vinci era ben consapevole delle difficoltà che dovevano superare gli eserciti per raggiungere i campi di battaglia e muoversi su di essi. Trasportare pezzi di artiglieria troppo pesanti, su strade precarie se non addirittura inesistenti, poteva provocare ritardi fatali. Ecco allora che progetta un cannone smontabile, ovvero un cannone che, composto da più parti trasportabili separatamente, poteva essere assemblato sul posto. Il cannone, comunque, anche dopo il montaggio poteva essere spostato grazie alle quattro ruote ed al timone di cui era dotato.
Le schede di queste macchine le potete trovare sul sito www.mitidelmare.it/Macchine_di_Leonardo.
Se invece le volete vedere anche funzionare potete andare su You Tube e cercare il video Macchine di Leonardo costruite da Paolo Candusso - 3
Le altre le vedremo altre nel prossimo articolo.