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Le Sphinx

Corvetta a vapore francese

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  Costruttore:   Cattaneo Gilberto
  Periodo: 1829          Scala 1:75
Questa scheda è stata preparata con il materiale fornito dal Costruttore del modello.
Eventuali riproduzioni sono possibili solo con l'autorizzazione del Costruttore.
Le Sphinx è stata la prima nave a vapore francese realizzata per scopi militari.
Fu costruita a Rochefort nel 1829 su progetto dell’ing. Hubert.
Era lunga 47 metri e larga 8 metri. All’esterno delle ruote la larghezza era di 11 metri.
Le ruote avevano un diametro di 5,98 metri. Aveva un dislocamento di 777 tonnellate.
Utilizzava una motrice a vapore da 160 HP costruita da Fawcett di Liverpool.
Raggiungeva una velocità di 7 nodi.
Era dotata anche di tre alberi per l’attrezzatura velica.
Era armata con tre cannoni lunghi da 24 libbre e otto carronade, sempre da 24 libbre.
Dopo essere stata impiegata in azioni militari fu destinata a servizi di trasporto
Nel 1832 rimorchiò, da Alessandria d’Egitto a Le Havre il pontone Luxor con l’obelisco egiziano di Ramses II.
Nel 1845, quando era assegnata alla spola fra Tolone e Algeri, urtò una barriera corallina, a est di Algeri, e affondò.
All'epoca, il ruolo dei piroscafi a ruote era così definito: "I battelli possono, in tempo di nace, rimorchiare i bastimenti che dovranno uscire dalle rade, orientarli con vento e marea contrari, risalire il fiume, togliere una nave da una pericolosa situazione presso una costa, svolgere servizi fra piccoli porti, portare approvvigionamenti".
Tuttavia, l'utilizzazione di queste navi si faceva sempre più frequente e, poiché esse appartenevano alla marina da guerra, dovevano, sia pure in modesta misura, essere armate. 
I piroscafi con macchina di potenza superiore a 450 hp erano classificati FREGATE, quelli con potenza inferiore CORVETTE.
Le Corvette - La prima nave da guerra a vapore, concepita come tale, fu la corvetta a ruote francesi Sphinx. Costruita a Rochefort nel 1829, sui piani dell'ingegnere HUBERT, era dotata di una macchina a vapore, a bassa pressione, fabbricata dalla nota ditta Pawcett di Liverpool (gli Inglesi erano allora gli unici maestri in fatto di macchine a vapore) della potenza di 160 hp e del peso di 133 t (831 Kg. per  cavallo vapore). La Sphinx dislocava 777 t, era lunga 47 m, larga 8 m in corrispondenza dell'innesto delle ruote e 11 m al di fuori dei tamburi.  Le ruote avevano un diametro di 5,98 m e la larghezza delle pale era di 66 cm.  Ad onta delle sue dimensioni e della sua classificazione a corvetta, questa nave, e le tante altre che negli anni successivi furono costruite nelle varie marine, non differiva in nulla dai piroscafi mercantili.  
Tutto l'armamento della corvetta Sphinx consisteva in tre cannoni e quattro carronade da 24 che, con tutte le munizioni relative, non pesavano, complessivamente, più di 25 t. La Sphinx svolse un lungo ed utile servizio prima di incagliarsi ed affondare, il 6 luglio 1845, a Capo Matifon, presso Algeri, ma la sua impresa più famosa resta comunque il rimorchio del pontone "LUXOR", contenente l'obelisco che fu poi eretto a Parigi in Piazza della Concordia. Un viaggio non privo di difficoltà, dal Nilo ad Alessandria, poi a Rodi, dove il convoglio dovette appoggiarsi per il maltempo, quindi a Navarino e a Corfù, sempre in cerca del prezioso carbone, fino a Tolone. L'avventuroso viaggio proseguì poi per Gibilterra, Cherbourg e finalmente si concluse a Le Havre, dove il "Luxor" fu preso a rimorchio da un piroscafo fluviale e condotto a Parigi.
COSTRUZIONE DEL  MODELLO - Il  modello è stato realizzato utilizzando in parte il materiale   in  dotazione  della  scatola di montaggio e, in parte, costruendo le varie parti. Il modello è a doppio  fasciame: il primo, in tiglio rosato di mm 1,5x5, forma l'ossatura dello scafo; il secondo,   in rovere di mm 1x4, lo rifinisce. La parte di scafo immersa è rivestita da piastrine di rame.  
Per dare a queste il caratteristico colore del rame ossidato è stata impiegata una soluzione di   aceto, ammoniaca e sale  da  cucina. Una piccola curiosità: come si può notare, delle  due ancore, una è assicurata con una gomena e l'altra con una catena. Non è un errore ma semplicemente una sicurezza. Infatti, essendo questa corvetta la prima nel suo genere, ed  essendo in un periodo di transizione (passaggio dalla vela al vapore, cioè il certo per l'incerto),   si pensò di assicurare almeno un'ancora con la gomena.